Un cactus anomalo: la Schlumbergera




Quasi ovunque è nota come Cactus di Natale (negli Usa invece viene messa in commercio per il Ringraziamento ed è quindi chiamata anche cactus del Ringraziamento). Stiamo parlando della Schlumbergera. Il nome complicato origina da quello di un noto collezionista di cactus, Frederick Schlumberger. 



Le due specie più diffuse sono Schlumbergera truncata (sinonimo Zygocactus truncatus; i fiori sono zigomorfi, cioè asimmetrici, la parte sopra è diversa da quella sotto ) e Schlumbergera x buckleyi. Non hanno foglie ma fusti succulenti e allungati, divisi in sezioni chiamate "articoli", i quali sono più o meno dentellati a seconda della specie. Sono quindi gli articoli a fare fotosintesi e a immagazzinare l'acqua all'interno. I fiori hanno una forma tubolare e i petali creano due corone, come se ci fosse un fiore dentro un altro. In alcune varietà, non in tutte, sono come schiacciati nella parte inferiore.


By Schumann, Gürke & VaupelPeter A. Mansfeld for the filtred image. - Blühende Kakteen - Iconographia Cactacearum Tafel 25 (croped), Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=19689716

Come detto, la Schlumbergera fa parte della famiglia delle Cactacee, è originaria del Brasile e ha la caratteristica di produrre fiori nel periodo seguente al calo di luce e temperature tipico dell'autunno, quindi la fioritura nel nostro emisfero avviene nel periodo invernale, da qui l'abitudine di acquistarlo o regalarlo per le feste natalizie.


By Leo Michels - Own work, Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1575350

La Schlumbergera si comporta in modo piuttosto strano per essere un cactus. Cresce infatti nelle foreste brasiliane, umide e tiepide, ai piedi degli alberi. Di conseguenza, pur non amando i ristagni d'acqua, tende a richiedere un maggior apporto idrico ridotto alle comuni piante grasse e una maggiore umidità nell'aria; inoltre odia il sole diretto e soffre già alla temperatura di 10 °C. Quindi sta bene in appartamento? Non in tutti. Ha bisogno di molta luce ma non di sole diretto, se ha troppa luce i fusti verdi diventano rossastri; se ne ha poca diventano verde chiaro. Infine, se non percepisce l'accorciarsi delle giornate e il calo delle temperature sotto i 18°, tipici dell'autunno, non fiorisce o fiorisce poco. Quindi è consigliabile tenerla all'aperto, in posizione riparata, fino a che le temperature sono fresche ma non fredde, per poi ricoverarla in casa. 


By Daniel A. Enke - Daniel A. Enke, CC BY-SA 3.0 de, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=22766956

 

Se ben coltivata è una pianta longeva e dà molta soddisfazione per le fioriture abbondanti. Si propaga facilmente per talea, questo vuol dire che se la pianta si ammala è possibile tagliare delle porzioni sane e farle radicare per ottenere nuove piante. È invece difficile vederne i frutti, perché nel loro habitat sono impollinati da alcuni colibrì... che in Italia non ci sono. Per avere i semi serve l'impollinazione artificiale. 



By Maja Dumat from Deutschland (Germany) - Schlumbergera, CC BY 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=75811300



Note di coltivazione:

Esposizione: molto luminosa se in appartamento, ma con luce filtrata: il sole diretto crea vere e proprie scottature e la pianta assume un colore rossastro. Al contrario, se ha poca luce, gli articoli diventano verde molto pallido. In estate può stare all'aperto ma in posizione riparata da sole, vento forte e pioggia. Temperatura minima invernale 10 gradi, può stare fuori tutto l'anno solo in zone calde, dove può essere piantata anche in piena terra. Esposizione ideale in ombra luminosa, come sotto a degli alberi. In autunno la di può tenere in esterno dopo che le giornate si sono accorciate e le temperature sono scese sotto i 18°, permettendo così alla pianta di percepire il cambiamento; prima che inizi il freddo invernale la si ricovera in casa. Lo sbalzo di temperatura e il diminuire delle ore di luce dovrebbero "innescare" la fioritura, che avviene comunque solo se è in una posizione ben illuminata.

Terreno: cresce bene anche in poca terra, in vasetti piuttosto piccoli; ama però un buon apporto di nutrienti, quindi richiede un buon terriccio universale arricchito con materiale inerte (perlite, ghiaino, sabbia ecc.) per favorire lo sgrondo dell'acqua. Concimare a dosi dimezzate solo durante la bella stagione, circa una volta al mese.

Annaffiature: intervenire solo quando il terriccio è asciutto ma con una certa costanza, perché  rispetto ad altre cactacee ama un microclima umido e risente negativamente anche di eventuali colpi di secco. Bisogna aumentare le irrigazioni specie nella bella stagione. La pianta tende in caso di mancanza di acqua a raggrinzire; in caso di eccesso invece i boccioli cadono e i fusti diventano mollicci.

Potatura: non serve, si tolgono solo le foglie e gli steli secchi.

Avversità: viene considerata piuttosto delicata perché vuole condizioni particokari per svilupparsi bene. Il nemico numero uno, come per tutte le succulente, è il marciume delle radici causato dal terreno zuppo, che si presenta con fusti mollicci e un generale deperimento. Occasionalmente possono verificarsi attacchi di cocciniglia o afidi da trattare possibilmente al primo apparire, con metodi non dannosi per l'ambiente. In generale però sono piante che non si ammalano, ma se coltivate in ambiente non ottimale crescono poco, non fioriscono e appaiono "spelacchiate". Ciò nonostante difficilmente muoiono. Bisigna quindi trovar loro un luogo adatto, evitando il sole diretto e le basse temperature, o correnti fredde. 


Utilizzo: pianta tipicamente da appartamento, con portamento piuttosto ricadente e un poco disordinato, può essere cresciuta con successo in vaso su balconi, portici, terrazzi che abbiano una esposizione adatta. In piena terra è coltivabile solo in zone dove la temperatura invernale non scende sotto i 10 gradi.


Costo: è una pianta piuttosto economica e ben reperibile; facilmente riproducibile per talea, si trovano vasetti in vendita sotto Natale a poco prezzo. Ovviamente piante più grandi saranno più costose.


Fitotossicità: può dare disturbi gastrointestinali a cani e gatti se masticata. È invece specie gradita ai colibrì che in natura ne adorano il nettare e contribuiscono alla loro impollinazione nel loro habitat. Per questa mancanza di impollinatoru alle nostre latitudini è difficile osservarne i frutti e i semi. 


Link correlati:

Scheda dettagliata di coltivazione dal sito edendeifiori.it.

- Un video su rinvaso e taleaggio che può essere utile








6 commenti:

  1. Una pianta che consiglio sempre a chi vuole tenere del verde in casa :)

    Buone feste!

    RispondiElimina
  2. A casa mia si chiama direttamente natalina :) io ne ho una piccina mentre la mia vicina sulle scale ne ha una gigantesca e molto bella!

    Che bello ritrovarti :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì in Italia viene chiamata Natalina un poi ovunque credo... :)

      Elimina
  3. novella, dovresti creare una rubrica libri & fiori :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie! Ci avevo pensato ma per adesso non ho messo in pratica!

      Elimina