Mio nonno era contadino e mi aveva portato con sé da un rivenditore di paese per acquisti da orto.
Mentre aspettavo fuori, vidi questo piccolo arbusto, probabilmente una talea radicata. Il fiore era carnoso, i petali di una consistenza vellutata; le foglie verde scuro lucide e cuoiose, in contrasto con il colore chiaro del fiore...
Fu un colpo di fulmine, perché è stata la prima pianta in assoluto che abbia acquistato e coltivato, senza conoscerne praticamente niente. E da lì è nata la mia passione per il giardinaggio.
La portai a casa e cercai di capire tramite una enciclopedia che razza di vegetale avessi comprato.
Sì, perché le camelie dalle mie parti non sono diffuse. La causa? Terreno argilloso e acqua calcarea. Provate a piantare in piena terra una camelia nella mia campagna... Muore rapidamente.
Ho capito subito che avevo scelto una pianta difficile. Non perché sia difficile di per sé, ma perché da me non trovava quello che le serviva: terreno acido e acqua non calcarea.
Potevo mollarla? Certo che no.
L'ho coltivata in vaso, le davo acqua piovana (mio nonno aveva una cisterna per irrigare l'orto). È vissuta parecchi anni. E' deceduta a seguito del trasloco dopo il mio matrimonio, non si era facilmente ambientata.
Era diventata grandicella per essere una pianta in vaso, la si spostava a fatica. La sua morte è stata un pochino una ferita, ma mi sono consolata perché il lupo perde il pelo ma non il vizio: ne ho comprate altre cinque!
La Camellia è infatti una pianta acidofila. Questo significa che predilige terreno a ph basso, di bosco, e acqua priva di calcare. Questo perché il calcio presente nell'acqua va a contrastare l'assorbimento del ferro e la pianta si ritrova a vivere in un substrato non più adatto.
Le mie indicazioni si riferiscono soprattutto alla Camellia japonica, che è la specie più diffusa, fiorisce da febbraio ad aprile in genere e ha una varietà di forme e di colori molto ampia.
C'è un'altra specie coltivata come ornamentale, la Camellia Sasanqua, che si distingue per la forma del fiore, che è spesso semplice, e per la fioritura pienamente invernale (novembre-marzo).
C'è poi la Camellia Sinensis, la pianta da cui si ricava il tè, questa bevanda non è altro che l'infusione fatta con le foglie apicali più giovani di Camellia sinensis, raccolte in periodi diversi e fatte più o meno seccare a seconda della varietà di tè (verde o nero, per esempio), per ottenere un gusto più o meno forte. La famiglia a cui appartengono le camelie è quella delle Theacee e sono piante originarie di Cina e Giappone (da cui appunto la definizione japonica).
L'ultima arrivata nella mia collezione (e l'unica di cui sappia con sicurezza il nome perché era l'unica etichettata e inoltre è inconfondibile) è la camellia japonica "General Coletti", i cui fiori grandi e doppi sono variegati in bianco e in rosso. Ogni fiore ha una sua percentuale di colori ed è quindi unico. Questa è la fioritura di marzo 2015, stupenda.
Segue come bellezza un'altra varietà bellissima, la "Oki-No-Nami", antichissima varietà giapponese dal fiore rosa sfumato di bianco e di rosso, il cui nome significa "onde in mare aperto".
Veniamo alle note di coltivazione, che è di difficoltà medio-alta nelle mie zone.
Esposizione: la camelia è una pianta da esterno e da ombra. Tollera il sole del mattino in zone fresche, ma qui al centro Italia sta decisamente bene esposta a nord o a est. Resiste bene al freddo ma il gelo intenso se tardivo può danneggiare boccioli e fiori. Inoltre non ama i venti freddi, quindi meglio posizioni riparate nei climi del Nord, molto utile in tal caso addossarla a un muro che la ripari.
Terreno: obbligatoriamente acido, si utilizza il terriccio apposito per acidofile. Se piantata in piena terra e il terreno non è adatto, andrebbe "separato" l'impianto radicale dal terreno circostante tramite appositi vasconi da seppellire nella terra (è un lavoro da personale esperto ovviamente). Rinvasare frequentemente oppure aggiungere terriccio nuovo ogni anno per evitare che la pianta soffra il malassorbimento di ferro (vedi avversità: clorosi ferrica).
Annaffiature: devono essere adeguate e frequenti. In inverno e primavera per sostenere la fioritura, in estate perché devono tenere le radici al fresco e perché se soffrono la siccità non produrranno boccioli per la fioritura dell'anno successivo. L'acqua come detto deve essere a basso contenuto di sali. L'ideale sarebbe raccogliere acqua piovana, in mancanza utilizzare acqua del rubinetto acidificata: la mettete in un secchio con un paio di manciate di torba (terricciato acido che trovate nei garden center) e fate decantare per 12-24 h. Io per mia comodità utilizzo acqua oligominerale in bottiglia, avendo pochi vasi. Conviene concimare con un concime per acidofile da marzo a settembre.
Potatura: necessaria solo per dare forma alla pianta, se tende a crescere in modo disordinato. Tagliare sempre vicino a una gemma in modo che possa poi da lì svilupparsi nuova vegetazione. Va fatta in primavera dopo la fine della fioritura. Se la pianta tende ad allungarsi troppo si può cimare (togliere la coppia di foglie giovani in cima la ramo) per favorire il mantenimento, ma io non lo faccio mai, lascio che si sviluppi come meglio crede e tolgo solo eventuali rami secchi.
Avversità: può essere soggetta a cocciniglie, ragnetti rossi e funghi da trattare con appositi rimedi. Devo dire però che sul mio terrazzo non si è mai ammalata. Invece le problematiche qui più fastidiose sono la clorosi ferrica (ingiallimento delle foglie causato dalla perdita di acidità del terreno) e le ustioni solari. Per la prima è necessario rinvasare spesso e/o concimare con dei prodotti a base di chelati di ferro (rinverdenti in commercio nelle agrarie). Per quanto si utilizzi acqua il più possibile adatta, può capitare che il ferro non venga assorbito a sufficienza, specie in vaso. Se l'acqua con cui annaffiate è particolamente dura, conviene dare il chelato di ferro anche preventivamente, piuttosto che attendere che la pianta soffra. Per le ustioni, è ovvio che compaiano d'estate in esemplari troppo esposti al sole: sono proprio bruciature marroni che compaiono sulle foglie, specie sulle punte e sui margini. Unica soluzione è spostare l'esemplare oppure ombreggiare con un cannicciato o una tenda se proprio non è possibile altro (tenete presente che il caldo eccessivo complica la vita, costringendo ad innaffiature più copiose e a coperture di ripiego; quindi bisogna cercare assolutamente di trovare una posizione adatta o la pianta inevitabilmente darà problemi, nonostante l'impegno. Una ombreggiatura può essere utile se magari prende due ore di sole, se ne prende 12 servirà a poco).
Utilizzo: può essere utilizzata in grossi vasi su terrazzi o loggiati in ombra, oppure fatta crescere in piena terra al limitare di un bosco o a gruppi su un prato ombroso e isolato (in questo caso cresce molto di più e se trova clima e terreno adatto diventa un'arbusto imponente, a volte anche delle dimensioni di un piccolo albero).
Costo: le talee molto giovani si trovano sui 15 euro, un esemplare di una certa grandezza può arrivare anche a 30 e oltre.
Fitotossicità: essendo parente della pianta del the, la camelia ha un discreto contenuto di sostanze cardiostimolanti. Un ingerimento di grandi quantità di parti della pianta in bambini o piccoli animali potrebbe essere pericoloso, ma anche molto improbabile.
Link correlati:
Terreno: obbligatoriamente acido, si utilizza il terriccio apposito per acidofile. Se piantata in piena terra e il terreno non è adatto, andrebbe "separato" l'impianto radicale dal terreno circostante tramite appositi vasconi da seppellire nella terra (è un lavoro da personale esperto ovviamente). Rinvasare frequentemente oppure aggiungere terriccio nuovo ogni anno per evitare che la pianta soffra il malassorbimento di ferro (vedi avversità: clorosi ferrica).
Annaffiature: devono essere adeguate e frequenti. In inverno e primavera per sostenere la fioritura, in estate perché devono tenere le radici al fresco e perché se soffrono la siccità non produrranno boccioli per la fioritura dell'anno successivo. L'acqua come detto deve essere a basso contenuto di sali. L'ideale sarebbe raccogliere acqua piovana, in mancanza utilizzare acqua del rubinetto acidificata: la mettete in un secchio con un paio di manciate di torba (terricciato acido che trovate nei garden center) e fate decantare per 12-24 h. Io per mia comodità utilizzo acqua oligominerale in bottiglia, avendo pochi vasi. Conviene concimare con un concime per acidofile da marzo a settembre.
Potatura: necessaria solo per dare forma alla pianta, se tende a crescere in modo disordinato. Tagliare sempre vicino a una gemma in modo che possa poi da lì svilupparsi nuova vegetazione. Va fatta in primavera dopo la fine della fioritura. Se la pianta tende ad allungarsi troppo si può cimare (togliere la coppia di foglie giovani in cima la ramo) per favorire il mantenimento, ma io non lo faccio mai, lascio che si sviluppi come meglio crede e tolgo solo eventuali rami secchi.
Avversità: può essere soggetta a cocciniglie, ragnetti rossi e funghi da trattare con appositi rimedi. Devo dire però che sul mio terrazzo non si è mai ammalata. Invece le problematiche qui più fastidiose sono la clorosi ferrica (ingiallimento delle foglie causato dalla perdita di acidità del terreno) e le ustioni solari. Per la prima è necessario rinvasare spesso e/o concimare con dei prodotti a base di chelati di ferro (rinverdenti in commercio nelle agrarie). Per quanto si utilizzi acqua il più possibile adatta, può capitare che il ferro non venga assorbito a sufficienza, specie in vaso. Se l'acqua con cui annaffiate è particolamente dura, conviene dare il chelato di ferro anche preventivamente, piuttosto che attendere che la pianta soffra. Per le ustioni, è ovvio che compaiano d'estate in esemplari troppo esposti al sole: sono proprio bruciature marroni che compaiono sulle foglie, specie sulle punte e sui margini. Unica soluzione è spostare l'esemplare oppure ombreggiare con un cannicciato o una tenda se proprio non è possibile altro (tenete presente che il caldo eccessivo complica la vita, costringendo ad innaffiature più copiose e a coperture di ripiego; quindi bisogna cercare assolutamente di trovare una posizione adatta o la pianta inevitabilmente darà problemi, nonostante l'impegno. Una ombreggiatura può essere utile se magari prende due ore di sole, se ne prende 12 servirà a poco).
Utilizzo: può essere utilizzata in grossi vasi su terrazzi o loggiati in ombra, oppure fatta crescere in piena terra al limitare di un bosco o a gruppi su un prato ombroso e isolato (in questo caso cresce molto di più e se trova clima e terreno adatto diventa un'arbusto imponente, a volte anche delle dimensioni di un piccolo albero).
Costo: le talee molto giovani si trovano sui 15 euro, un esemplare di una certa grandezza può arrivare anche a 30 e oltre.
Fitotossicità: essendo parente della pianta del the, la camelia ha un discreto contenuto di sostanze cardiostimolanti. Un ingerimento di grandi quantità di parti della pianta in bambini o piccoli animali potrebbe essere pericoloso, ma anche molto improbabile.
Link correlati:
- Lo splendido sito della Società Italiana della Camelia, in cui trovate foto, le principali mostre e indicazioni.
- Il sito delle Antiche Camelie della Lucchesia, che ogni anno in occasione della fioritura organizza la visita alle principali ville lucchesi per ammirare esemplari anche centenari; il sito riporta anche una bibliografia specializzata.
- Altri luoghi famosi per la coltivazione delle camelie e per le mostre a loro dedicate sono la zona del Lago Maggiore e la Liguria, con la mostra di Arenzano a fine marzo e gli esemplari ultracentenari di Villa Durazzo Pallavicini a Genova Pegli.
Eccomi, ti metto nel mio blog roll!
RispondiEliminaGrazie mille!
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaE così ecco svelato il tuo primo amore! ^_^
RispondiEliminaEh, amore mai finito. Solo che non ho il terreno adatto altrimenti farei come con le rose...
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