Coltivazioni estreme: i bonsai


Acero bonsai -Public Domain,
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Una nuova passione ha ultimamente preso piede in questa casa. Dopo le rose inglesi e le hoya, ho iniziato a coltivare bonsai.
I bonsai sono piante di dimensioni ridotte, in genere molto costosi se acquistati già formati, con necessità particolari e piuttosto difficili, perlomeno come fama.





Mi hanno sempre affascinato ma l'idea del costo mi ha sempre scoraggiato, finché non ho trovato un rivenditore che offre negli esemplari a prezzo onesto e ho deciso di buttarmi e provare. Al momento possiedo un melo, un cipresso, un melograno e un cotoneaster.




Il mio bonsai di melo in fiore





I risultati per ora sono soddisfacenti, anche se non sono assolutamente esperta di potature e forme. Sto studiando! Mi limiterò quindi a dare indicazioni generiche di coltivazione perché un bonsai possa sopravvivere, poi chi è interessato alla filosofia che sta dietro a queste minuscole piante potrà documentarsi con studi appositi che vi apriranno un mondo.
Il bonsai infatti è considerato un legame tra natura, arte e anima, ed è collegato alla filosofia zen. Riassumendo in parole povere, chi si occupa di un bonsai non crea solo arte manipolando la natura, ma contemporaneamente cura anche la propria spiritualità, la propria anima. Per questo le forme in cui un bonsai viene plasmato hanno un preciso significato, sono codificate e ben precise e dipendono non solo dal coltivatore ma anche dal tipo di pianta che può essere più o meno adatta.


Bonsai di lime (Citrus aurantiaca) By Ragesoss - Own work, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=4494408


La pratica di coltivazione bonsai è tipicamente giapponese, ma pare che ci siano alla base contaminazioni cinesi e che i primi pun-sai arrivassero circa 100 anni fa dalla Cina al Giappone. In ogni caso è proprio il Giappone il luogo dove la coltivazione bonsai divenne arte vera e propria; si cominciarono ad esportare in Occidente questi piccoli capolavori a partire dalla metà dell'Ottocento, quando il regno del Sol Levante si aprì ai commerci con l'estero dopo essere stato chiuso per  secoli alle influenze esterne. La tecnica bonsai ebbe un successo strepitoso nel mondo occidentale e da allora si svilupparono veri e propri vivai specializzati.


Satsuki Azalea, National Bonsai & Penjing Museum, May 2011 
By Sarah Stierch - Own work, CC BY 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=15343107

La parola bonsai significa letteralmente "albero coltivato in vaso". Le piante coltivate non sono "nane", ma piante normali che una coltivazione "estrema" ha reso piccole. Sono piantati in appositi vasi decorativi e la quantità di terra in cui vivono è estremamente ridotta.
A seconda delle specie i bonsai si dividono in bonsai da esterno e bonsai da interno: la differenza è che i primi si adattano alla variazione stagionale delle temperature, i secondi gradiscono temperature miti e costanti essendo specie di provenienza tropicale; entrambi però gradiscono con la bella stagione stare fuori ed entrambi, in caso di forte gelo, hanno bisogno di proteggere quantomeno il vaso, se non la parte aerea, in quanto le radici vivono in poca terra e rischiano molto di più di essere danneggiate rispetto a piante normali.

Bougainvillea bonsai By C T Johansson - Own work, CC BY-SA 3.0,
https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=32778293


È proprio questa la difficoltà principale nel gestire i bonsai: essendo una coltivazione in condizioni estreme, tutte le comuni difficoltà di coltivazione sono esasperate. Per cui bisogna fare attenzione al gelo, al caldo estivo, mettere molta attenzione ad innaffiare correttamente, è indispensabile concimare per compensare la mancanza di terra, bisogna rinvasare quando necessario utilizzando terriccio specifico per bonsai, che deve essere molto traspirante e molto ben drenato perché la salute del bonsai sta tutta nella cura dell'apparato radicale che deve essere sano. Una bella sfida, insomma.
Di contro, i bonsai sono in genere piccoli e si adattano molto bene ad arredare un moderno appartamento, facendo da punto focale come nelle dimore giapponesi (dove sono esposti in apposite cavità come opere d'arte) ma potendo occupare anche lo spazio di un davanzale, se ben esposto. Anche un giardiniere urbano come me può quindi trovarsi a coltivare alcune specie in spazi molto ridotti.


Camellia japonica By Sage Ross - Own work, CC BY-SA 3.0,
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Come creare un bonsai? Si può partire dalla semina, che è quasi a costo zero, ma richiede diversi anni di cure prima di arrivare a dimensioni congrue; si possono fare talee o margotte di specie che troviamo in giardino o in natura; il metodo più costoso ma anche più veloce e facile per i principianti è acquistare un prebonsai, cioè una piantina già di discrete dimensioni coltivata appositamente perché diventi un bonsai. A quel punto non resta che portarla a casa, metterla in un luogo in cui stia bene e studiare intanto che si ambienta... per poi arrivare a curarla e a potarla secondo lo stile prescelto.


Fagus grandifolia By Sage Ross - Own work, CC BY-SA 3.0,
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Di seguito trovate delle indicazioni molto di massima su come seguire un bonsai. Sono insufficienti perché molto dipende anche da che tipo di bonsai avete, un'essenza come un olivo chiederà coltivazione diversa da un acero o una pianta di pepe cinese... E parliamo solo di coltivazione, potatura e messa in forma sono questioni più complicate che da principiante non mi sento in grado di affrontare in modo sistematico; diciamo che questo è un assaggio e che se volete provare a lanciarvi dovrete sicuramente approfondire il discorso della potatura, dello stile, della pinzatura e della defogliazione, che qui accenno soltanto a livello teorico.




Esposizione: innanzitutto bisogna tenere presente la distinzione tra bonsai da esterno e da interno. I primi possono rimanere all'aperto più o meno tutto l'anno, con le dovute protezioni a seconda della specie, ma sempre con adeguata copertura del vaso con materiale isolante come stracci, tessuto non tessuto e simili nelle zone soggette a gelate. L'ideale sarebbe disporre di una piccola serra fredda. I bonsai da interno, oppure quelli da esterno ma di specie sensibili al freddo, come può essere la bougainvillea, necessitano invece di essere ricoverati in casa in inverno e per la maggior parte dell'anno, anche se quasi tutti gradiscono poi essere spostati fuori quando la stagione primaverile avanza e le temperature si fanno costanti. Per l'esposizione bisogna tenere conto della specie, ma le temperature estive possono, esattamente come il gelo, danneggiare facilmente le radici nel piccolo vaso, con poca terra a difenderle. Per cui quasi tutte le specie che gradiscono il sole pieno in primavera e autunno, che siano da esterno o da interno, in estate è meglio stiano in ombra o comunque che il vaso non sia esposto a temperatura cocente. Insomma: la regola è proteggere vaso e radici dal troppo caldo e dal troppo freddo. Se il bonsai vive in casa è bene dargli comunque una posizione molto luminosa, soleggiata o in ombra a seconda della specie, ed evitare correnti d'aria fredda o sbalzi notevoli di temperatura. 


Terreno: il terreno per bonsai è in genere una miscela di terriccio, akadama (argilla giapponese cotta), lapillo, pomice. Si può trovare anche  già pronto nei garden specializzati in bonsai ma quasi tutti i bonsaisti esperti si fanno la propria miscela. Il terriccio offre il nutrimento organico e gli altri materiali garantiscono buona aerazione e ottimo drenaggio per la salute delle radici. Un terriccio universale comune è troppo compatto e tratterebbe troppa acqua, la pianta soffrirebbe e un bonsai è in equilibrio delicato, meglio investire in materiali appositi. Anche il rinvaso è importante per rinnovare il terreno e dare spazio alle radici. È una procedura delicata da eseguire con mano esperta perché necessita spesso di ridurre anche l'apparato radicale, per dar modo alla pianta di sviluppare nuove radici.

Annaffiature: anche per quanto riguarda l'acqua le varie specie possono avere esigenze diverse. Le indicazioni principali sono due: non affogare il bonsai e non tenerlo troppo assetato. Questo in rapporto anche al sole che prende, alla stagione, al vento e così via. Come accade per tutte le piante, ma con maggiore attenzione: in vasi piccoli le radici cuociono o affogano molto più facilmente. Il consiglio quindi è quello di controllare, a vista o con il tatto, che il substrato sia asciugato o appena umido prima di intervenire; meglio sempre una innaffiatura in meno che una in più come regola generale, ma essendo poco il terreno a disposizione in estate per certe specie sarà probabilmente necessario bagnare spesso, anche tutti i giorni. L'equilibrio nel dosaggio dell'acqua è forse la faccenda più complicata nel giardinaggio e ancor di più con i bonsai. In inverno è necessario diminuire gli apporti ma non sospenderli del tutto, il terreno non deve mai diventare troppo compatto o arido.
L'annaffiatura va fatta con un annaffiatoio a fori sottili, lentamente, per non far colare via l'acqua troppo rapidamente e imbibire bene la terra; io trovo più comodo immergere direttamente il vaso in acqua che arrivi quasi al bordo, tenerlo in immersione 10-15 minuti e poi farlo sgocciolare bene prima di rimetterlo a posto. Non lasciare ristagni nel sottovaso.

Potatura: qui entriamo nell'aspetto più complicato. Ci sono vari tipi di potature a cui sottoporre un bonsai, elencherò solo le principali, rimandando poi alle schede delle singole specie che potete trovare in rete o su testi specializzati (o in corsi appositi, che in questa disciplina sono molto utili). Le due potature principali sono quella di formazione e quella di mantenimento: una volta scelto lo stile e la forma da dare al vostro alberello, dovrete portarlo perché assuma quella forma e poi ogni anno togliere quello che non serve a mantenere lo stile voluto. Importantissimo usare gli accessori giusti in base allo spessore dei rami, per non lasciare fratture scomposte, e usare una pasta cicatrizzante in caso di potatura di rami grossi. Altre operazioni che si possono fare su un bonsai sono la legatura, detta anche filatura, in cui si avvolge del filo con anima di ferro, più o meno massiccio a seconda dei rami, allo scopo di dare una forma e una direzione precisa (importante trovare la giusta tensione, il filo non deve essere troppo morbido ma nemmeno incidere la corteccia, e va tolto non appena ottenuto il risultato senza che danneggi il ramo stesso); la pinzatura (si eliminano a mano o con forbicine i germogli nuovi, questa pratica serve per favorire una forma armonica dei nuovi germogli e per stimolarne l'emissione); infine la defogliazione, utile per ridurre la dimensione delle foglie, perché essendo piante normali possono crescere di dimensioni normali e quindi esteticamente meno apprezzabili; togliere quasi tutte le foglie comporta una nuova emissione di fogliame più piccolo e più aggraziato, ma comporta uno sforzo notevole per la pianta, quindi va effettuata solo su piante ben precise, che siano in perfetta salute e da mani più esperte possibile.

Concimazione: mentre per le piante normali che hanno un buon terreno o un buon terriccio spesso la concimazione aiuta ma non sempre è indispensabile, per un bonsai, dato il poco terreno a disposizione, è fondamentale. Ci sono concimi appositi sia in formulazione solida che liquidi da diluire. La concimazione va fatta solo durante il periodo vegetativo (indicativamente da marzo a ottobre), con le solite due cautele: innaffiare prima di concimare in modo che il terreno non sia secco (altrimenti le radici avendo sete assorbiranno troppo concime tutto assieme e si bruceranno) e fare sempre la tara a quanto riportato sulla confezione per evitare sovradosaggio (tutt'altro che raro purtroppo! Meglio dimezzare). Non concimare in inverno e in quelle situazioni in cui la pianta è ferma o evidentemente malata.

Costo: elevato. Un prebonsai può costare sui 20-30 euro, un esemplare giovane e ben abbinato sui 100, un bonsai di una certa età può  arrivare a costare varie centinaia di euro ed esemplari rari o particolarmente antichi anche migliaia. La soluzione più economica resta il fai da te: ottenere la pianta da talea o seme e impostarla via via come bonsai, anche se ci vorrà molto tempo.

Avversità: come in tutte le piante, se un bonsai è ben coltivato e ha radici sane non si ammala facilmente. Se dà segni di sofferenza quindi, in primis, cerchiamo di rivedere i metodi di coltivazione. Un bonsai è soggetto alle stesse malattie della sua specie, quindi essere attaccato da insetti (afidi, cocciniglie) o da funghi e muffe. La principale difesa resta per prima cosa una buona coltivazione, prima di arrivare alla lotta chimica. Semplicemente, essendo coltivato in condizioni estreme, basta poco perché l'equilibrio precipiti e l'esemplare diventi quindi soggetto ad attacchi di vario tipo. La migliore prevenzione è osservare la pianta spesso per poter intervenire al minimo segno di squilibrio. Che poi, a pensarci bene, osservare le piante è pure qualcosa di esteticamente gradevole...



Link correlati:

- Uno dei siti più completi riguardo ai bonsai e adatto ai principianti è Bonsai Empire. In particolare trovate una trattazione chiara dei vari stili e delle specie a cui si adattano di più. Ma potete scorrere anche le basi, consultare il forum, le schede delle specie più diffuse e dare un'occhiata alle anteprime del corso per principianti su youtube (a parte le anteprime il resto del corso è a pagamento). Per le schede delle piante potete consultare anche quelle ben fatte di Pagine Verdi Bonsai.
Un altro sito molto ben fatto è quello di Crespi Bonsai, azienda italiana leader in questo campo, ma è forse più adatto a persone già esperte.

- Telecolor ha realizzato una serie di video presso la già citata Crespi Bonsai che potete trovare su YouTube o sul sito dell'emittente, ognuno con un argomento specifico (modellatura, annaffiature, concimazioni, ecc.). Può essere un buon modo per comprendere meglio questo mondo affascinante.

- Un buon assortimento di bonsai giovani e a costo abbastanza contenuto, ma di ottima qualità (lo dico per esperienza da cliente) lo trovate da Flob Flowers. Vendono on line bonsai di varie fasce di prezzo compresi di vaso, piante insolite da appartamento, concimi, accessori e terriccio. Per cominciare sono un'ottima soluzione, scegliendo magari una specie robusta come può essere il cotoneaster, il ficus, la zelkova o la crassula, per esempio, che hanno caratteristiche e costi abbordabili. 

6 commenti:

  1. Una bella passione! Complimenti! Il tuo di melo mi piace moltissimo :) Non sapevo delle hoya, la mia ragazza ne coltiva moltissime!

    Ti auguro una buona giornata :)

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    1. Grazie! :)
      Le Hoya creano una vera dipendenza!

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  2. I bonsai sono affascinanti. Io ho provato a farne uno di avocado, tirato su da seme. Non è andata bene, una tempesta notturna di vento ha portato via tutte le foglie, era rimasto solo lo stelo :-(. Ho letto che ottenere un bonsai di avocado è difficilissimo se non impossibile (le foglie sono troppo grandi), ma io voglio riprovarci :-).

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    1. In effetti l'avocado non è forse la specie più adatta per foglie e portamento, ma noi giardinieri siamo testardi! Male che vada avrai comunque un bell'alberello. P.s: ho provato a far nascere un avocado da seme, mai riuscita! Mentre invece sono riuscita con il mango! :)

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    2. Che bella informazione quella del successo che hai avuto con il mango! Proprio oggi ne ho comprato uno e la mia intenzione è di far germinare il seme. Spero di riuscirci.

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  3. Mia nonna ne aveva uno che le avevano regalato e che trattava con una cura maniacale.
    Per fortuna sua non l'ho ereditato io :)

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