Fiori azzurri: Agapanthus



By Tim Green from Bradford - Agapanthus, CC BY 2.0,
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E' uno dei fiori più belli al mondo, a mio parere. Partiamo dal nome: dal greco agape (amore) e anthos (fiore). Il fiore dell'amore. Non dell'eros. Agape è un termine che indica un sentimento più puro, non a caso il termine è stato ripreso dalla filosofia cristiana come simbolo della comunione tra Cristo e la Chiesa e tra i fedeli.





E' originario del Sudafrica, da cui il nome comune di giglio africano, in inglese Lily of the Nile, giglio del Nilo (nome geograficamente meno corretto, ma tant'è...). Aggiungiamoci le varie sfumature di azzurro delle sue specie, anche se esistono varietà a fiori bianchi che di solito nelle bordure miste di agapanti vanno a sottolineare i colori del cielo delle specie cugine. Pianta da terreno più che da vaso, ma con opportuni accorgimenti e scegliendo le cultivar più basse può dar soddisfazione anche in contenitore. Se messe nella giusta collocazione sono anche piante di poche complicazioni...

By Mihael Grmek - Own work, CC BY-SA 3.0,
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Una complicazione invece è stata da sempre in quale famiglia botanica collocarlo. Prima nelle Liliacee, poi spostato in quella delle Alliacee a cui assomiglia per la forma del fiore ma non per DNA, poi assimilato alle Amarillidacee, poi è stata creata la famiglia delle Agapantacee...  E ad oggi pare che invece la classificazione più sensata sia proprio quella tra le Amarillidacee, in una sottospecie detta Agapantoidee. Insomma, pare che si tratti di una vera e propria contaminazione tra caratteristiche di varie specie.


By Tim Green from Bradford - Agapanthus, CC BY 2.0,
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L'agapanthus è una pianta rizomatosa: ha cioè un fusto sotterraneo da cui spuntano foglie nastriformi. La differenza principale tra le varie specie è proprio sulla persistenza del fogliame. Originario di climi caldi, in cui in inverno piove poco, sono tutte piante perenni ma alcune sono sempreverdi, altre perdono le foglie che rispuntano a primavera. Entrambi i tipi comunque sono a fioritura estiva e gradiscono posizioni soleggiate o comunque molto luminose. In Italia si trovano soprattutto nelle zone costiere, perché tollerano molto poco il gelo (alcune soffrono già a zero gradi, altre sopportano brevi gelati con temperature fino a - 2°/-5°).


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Sono piante alte: in media arrivano in fioritura a circa un metro di altezza. Avendo radici carnose che non amano i ristagni e tendono a prendere ben presto spazio, vanno piantate a una certa distanza, a maggior ragione per il fatto che non gradiscono essere spostate. Per questo motivo, oltre che per le dimensioni, se si vuole provare a coltivarle su un terrazzo servono contenitori ampi e molta attenzione nelle innaffiature, oltre che una certa cautela nel proteggerle dal freddo invernale con pacciamature o ritirando il vaso in luogo protetto. Esistono a tal scopo delle varietà "nane", i miei esemplari per esempio sono della cultivar "Peter Pan" (il nome completo dovrebbe essere Agapanthus praecox ssp. minimum "Peter Pan") che è di altezza più contenuta, dai 30 ai 60 cm, e pare sia anche più resistente ai climi freddi. Altra cultivar interessante e di altezza non eccessiva è la "Tinkerbell", che ha fiori azzurri e foglie variegate di bianco.


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I fiori sono a ombrella, somiglianti a quelli dell'Allium, non troppo compatti se osservati da vicino ma bellissimi in gruppo, nei colori dell'azzurro, bianco, blu e viola a seconda delle varietà. Io ovviamente prediligo l'azzurro intenso. Una varietà di recente commercializzazione che gioca coi colori base del fiore è "Twister", a fiore bianco con sfumatura blu.


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Come ce ne prendiamo cura nello specifico?

Esposizione: richiedono posizioni soleggiate, nelle zone molto calde possono soffrire nelle ore più calde e richiedere quindi una mezz'ombra, comunque molto luminosa. Non tollerano il gelo se non lieve e occasionale, scegliere quindi zone sufficientemente riparate e pacciamare a protezione invernale. Il rizoma sotto terra, se il freddo non è intenso, può ricacciare, anche se le foglie nelle specie sempreverdi dovessero essere danneggiate. In zone soggette a gelate è meglio optare per la coltivazione in vaso per ritirarli in inverno in locale chiuso, fresco e luminoso. I vasi devono essere ampi perché soffrono il trapianto e tendono ad allargarsi in orizzontale (il rizoma è un fusto sotterraneo e quindi si "allunga").

Terreno: non gradiscono i terreni pesanti; il principale nemico sono i marciumi, quindi il substrato deve essere alleggerito preferibilmente con sabbia, in modo che sia facilitato lo sgrondo. Deve essere particolarmente curato anche lo strato di materiale inerte da mettere sul fondo della buca o del vaso con la funzione di drenare l'acqua in eccesso.

Annaffiature: sono piante originarie di zone con inverni poco piovosi, di conseguenza sia con le specie sempreverdi che con quelle caducifoglie bisogna: bagnare abbondantemente solo al momento della piantagione; regolarsi in seguito facendo sempre asciugare il terriccio durante la stagione vegetativa, da primavera a dopo la fioritura; durante il periodo dopo la fioritura e nell'inverno diminuire le annaffiature fino a quasi sospenderle. Se prendono acqua piovana può essere anche sufficiente quella, altrimenti intervenire solo il minimo che serve per non lasciare che il rizoma dissecchi del tutto. Le specie caducifoglie faranno seccare la parte aerea e ricacceranno a primavera. Le specie sempreverdi invece rimarranno con le foglie ma entreranno in riposo, per cui potrebbe essere rischioso esagerare con gli apporti idrici, anche perché il terreno bagnato peggiora la fragilità nei confronti del freddo.

Potatura: si tolgono solo fiori e foglie secche.

Avversità: se ben coltivate non subiscono grosse avversità. Il principale come detto è il marciume. Sono spesso attaccati da chiocciole e lumache. Raramente da funghi.

Utilizzo: l'utilizzo più bello a mio parere è in grandi bordure monospecie, magari di varie tonalità, blu e bianche. Sono adattabili con qualche cautela anche a grandi vasi o mastelli.

Costo: una buona pianta ben sviluppata in vaso costa più o meno sugli 8-9 euro. Li ho trovati anche a prezzi inferiori ma erano rizomi molto giovani e non hanno attecchito bene. Come in altri campi, a volte meglio spendere un pochino di più se la pianta si presenta sana.

Fitotossicità: contengono saponine, che possono dare irritazione a pelle e mucose. Per potarli e per moltiplicarli (il sistema migliore è dividere i rizomi in più porzioni e ripiantarli) si consiglia di munirsi di guanti protettivi.


Link correlati:

- La scheda più completa sull'agapanthus l'ho trovata come sempre sul sito di Floriana Bulbose.

- Puntata de "Le stagioni di casa" dove si parla prima del melograno e nella seconda parte dell'agapanthus.








11 commenti:

  1. mia nonna quando ero piccola ne aveva due vasi in giardino. uno era mio e l'altra di mia sorella e ogni sera ciascuna bagnava il suo: facevamo la gara a chi aveva la pianta con più fiori.

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  2. Sono una piccola/grande meraviglia.

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  3. Deliziosi fiori! "Giglio africano" è il nome che più mi piace. E con "Peter Pan" direi che hai scelto la cultivar più... favolosa! 😃

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  4. Gli agapanti li ho lasciati nella casa in cui vivevo un tempo. Erano spendidi. Qua ne ho messi altri, ma non sono ancora fioriti.

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  5. Coltivo quelli a dimensione ridotta perché più resistenti al gelo del mio giardino :) Quelli grandi sono un'enorme fonte di invidia :D

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