Verde in casa? Epipremnum aureus

By Carl E Lewis - pothos, CC BY 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=3734434
Anche se il nome non vi dice niente, sono sicura che conoscete questa famosa e robustissima pianta da appartamento, che in passato veniva chiamata Scindapsus aureus e che comunemente viene detta pothos. Recentemente è stata ribattezzata con il nome di Epipremnum aureus, come capita a volte per certe specie, che nel corso degli anni subiscono variazioni di denominazione da parte dei botanici.
E' una delle specie più adatte ai neogiardinieri per fare esperienza, perché robusta e soprattutto adattabile a molte situazioni.Avete poca luce, poco tempo, poca esperienza e incertezza su come irrigare? Provate con il pothos: vi farà da insegnante.





By KENPEI - KENPEI's photo, CC BY-SA 3.0,
https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=706631
Per brevità lo chiamerò pothos anche se come termine scientifico è quello meno corretto.

Appartiene alla famiglia delle Aracee ed è un sempreverde rampicante originario dell'Asia e dell'Oceania, con foglie verdi spesso screziate di giallo crema. I fiori non compaiono in appartamento, ma sono comunque piccoli e abbastanza insignificanti. Nel suo habitat naturale ha portamento lianoso e si arrampica sugli alberi. Ha radichette aeree marroni chiaro, che si sviluppano sotto l'innesto delle foglie.

Nei negozi viene venduto di solito come ricadente in cesti da appendere, oppure in colonna (viene fatto crescere su supporti coperti di sfagno).

Perché la considero una pianta adatta ai principianti? Innanzitutto, è una delle poche varietà da appartamento che si accontenta in fatto di luce. Se proprio è poca, perderà le screziature color crema, e le foglie vireranno al verde pieno. Ma rimarrà comunque in buona salute.

Si accontenta anche in fatto di terreno e nutrimento, crescono anche in poco terriccio senza problemi; spesso si allungano a vista d'occhio e possono quindi dare grandi soddisfazioni con poche cure.
Personalmente ne tengo due esemplari sopra sue mensole vicino alla scrivania e devo spesso potarle perché arrivano a toccare terra con i tralci.

Inoltre sopporta abbastanza bene la siccità e soprattutto dà chiari segnali quando ha sete. Questo lo fanno quasi tutte le piante, a dire la verità, ma nel pothos la richiesta è ben evidente: le foglie diventano meno turgide e si abbassano sempre più. Se si interviene, si riprendono molto velocemente. Ovviamente non vi sto dicendo di maltrattare la vostra pianta: se le si lascia senza acqua a lungo deperiscono e muoiono, o comunque diventano brutte e disordinate. Ma per chi inizia a dedicarsi al giardinaggio, il problema principale è proprio imparare a dosare le irrigazioni, e coltivare un pothos può insegnare a cogliere i segnali che le piante mandano, e riuscire a prendere le misure necessarie senza per questo causare grossi danni, se sorvegliate un minimo.

Le varietà di Pothos si differenziano in genere per la variegatura delle foglie. I due più diffusi sono il nostro aureus, con screziature crema, e la sua varietà "Marble Queen" che invece ha macchie bianche.

L’ Illustration horticole, vol. 27: t. 381 (1871)http://www.plantillustrations.org/ILLUSTRATIONS_full_size/113660.jpg,
 Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=38661984


Il pothos radica con facilità e se ne possono fare talee in acqua: dai nodi vicino alle radichette spunteranno facilmente nuove radici. Riescono benissimo a crescere anche in acqua, per questo è una pianta adattissima alla coltura idroponica. Ama l'acqua e viene sfruttata anche in acquaristica, per decorare vasche aperte.


By Bff - Own work, Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=3881237

In ogni caso,  come tutte le specie vegetali anche i pothos hanno determinate preferenze, per cui veniamo alle note di coltivazione da seguire per avere esemplari belli e felici.

Esposizione: vuole luce come tutte le piante, ma sopporta più facilmente di molte colleghe un ambiente più ombroso. La si coltiva facilmente in quelle posizioni che altre piante non tollerano: ingressi condominiali, studi, uffici che abbiano finestre piccole. In tal caso, pena la perdita della variegatura, la cosa migliore è cercare comunque di farle avere più luce possibile. Non ama le correnti, quindi tenere distanti da luoghi di passaggio frequenti. Tollera poco sole diretto, che può aumentare la variegatura, ma deve essere poco, due ore al massimo, e non nelle ore più calde, pena ustioni fogliari.

Terreno: l'ideale sarebbe terreno acido, ma cresce benissimo anche in comune terriccio universale, e non ha problemi anche in caso di acqua calcarea. Sono piante che crescono molto, quindi conviene rinvasarle spesso, anche ogni anno, se le radici hanno riempito il vaso. Può giovare qualche concimazione con fertilizzante per piante verdi, ma io sinceramente non le nutro se non con terriccio fresco e crescono  moltissimo lo stesso.

Annaffiature: amano il terreno umido, ma tollerano un poca di siccità occasionale. Annaffiare quando il terreno è asciutto, rallentando in inverno. Se sono in ambiente particolarmente secco, conviene nebulizzare un po' la chioma o tenere un sottovaso riempito di acqua e argilla espansa o sassolini.

Potatura: si tolgono solo le foglie rovinate e si accorciano i tralci se diventano troppo lunghi. Gli scarti della potatura possono diventare facilmente nuove piante ponendole a radicare in terra o in acqua.

Avversità: piante molto robuste, temono veramente solo le correnti d'aria. In caso di caldo estremo e siccità notevole, possono essere attaccati dal ragnetto rosso. In questo caso, prima di tutto, rendere l'ambiente più umido e bagnare regolarmente, in caso di attacco massiccio serve un insetticida-acaricida specifico.

Utilizzo: pianta da interno per eccellenza, può essere usata come ricadente appendendo o posizionando in vasi su mensole alte o ancorandoli al soffitto; in particolare è molto bello il contrasto che fanno le foglie screziate sugli arredi in legno scuro, lo dico per esperienza diretta! Possono arrampicarsi in alternativa, ma devono essere inizialmente fissati a un supporto adatto. Se invece preferite usarli come singola pianta in colonna, potete acquistarli già pronti o fermarli a una struttura apposita coperta di sfagno, muschio o di spugna per fioristi.E' anche possibile, in composizioni verdi, inserire del pothos alla base di piante più alte come per esempio i ficus beniamina, facendo ricadere i tralci all'esterno del vaso. C'e chi utilizza il pothos come pianta da acquario scoperto: radici in acqua, foglie esterne.

Costo: pianta abbastanza diffusa, il suo costo varia molto in base alla dimensione e alla forma: -panieri ricadenti di piccole dimensioni si trovano sotto i  10 euro, 15 per un cesto grande, mentre gli esemplari in colonna possono costare anche 30 euro.

Fitotossicità: contiene cristalli di ossalato di calcio (la stessa sostanza che causa i calcoli renali), non è tossica ma può essere irritante per cani e gatti se masticata. Non è comunque velenosa.

Link correlati:

- Video dal sito giardinaggio.it sulla coltivazione idroponica del pothos e di altre specie da appartamento.

- Per chi vuole saperne di più sulla nomenclatura usata in botanica, può essere questa pagina di Wikipedia.

- Per chi invece è anche appassionato di acquaristica, come me, e volesse maggiori informazioni nonché foto, può essere utile questo link dal sito Reefbastards.

3 commenti:

  1. Questa cosa del cambio di nome mi lascia perplessa...

    RispondiElimina
  2. Traduco da http://www.nature.com/articles/srep28598: "E. aureum ha avuto una nomenclatura travagliata a causa della sua scarsa capacità di fioritura. E. aureum fu dapprima classificato come Pothos aureum basandosi su giovani esemplari nel 1880. Perfino oggi, pothos è ancora il nome comune con cui è identificato. Basandosi invece sull'aspetto della pianta adulta, fu rinominato Scindapsus aureum. Quando si videro per la prima volta i suoi fiori, nel 1962, questa specie ampiamente coltivata fu chiamata Raphidophora aurea. Essendo i fiori molto simili a quelli di Epipremnum pinnatum, fu riclassificata come E. pinnatum nel 1963. Dopo una migliore osservazione dei fiori e di altre caratteristiche (forma delle foglie, lamina, guaine, velocità di crescita, fu separato da E. Pinnatum e denominato E. aureum nel 1964".
    Ad oggi (ultimo codice botanico di Melbourne del 2012) il nome scientifico corretto è E. aureum, scindapsus e raphidophora vengono accettati come sinonimi, mentre il termine pothos viene utilizzato come nome comune dai fioristi ma a livello botanico è ormai considerato inesatto. Bella confusione, eh?

    RispondiElimina
  3. la mia mamma ne ha anche una piantina che fa crescere direttamente nell'acqua!

    RispondiElimina